Elegante edificio storico affacciato su via Montevecchio, il Palazzo Vescovile, ancora oggi residenza del Vescovo, conserva al suo interno la pregevole Sala degli Arazzi con splendidi dipinti su tela realizzati a fine ‘700.
Sorto su un’area dove molto probabile in epoca romana insistevano uno o più edifici sacri pagani, da cui probabilmente provengono i vari frammenti statuari e scultorei rinvenuti nei secoli, l’edificio, costituito originariamente dalla cattedrale intitolata a Santa Maria Maggiore, dalla residenza vescovile e dal battistero, funge ancor'oggi da residenza del Vescovo e cinge il duomo sui lati est e nord-est, affacciandosi col prospetto principale su via Montevecchio. Ricostruito quasi interamente nella seconda metà del XVII secolo, il palazzo ha una struttura muraria a vista scansionata regolarmente da finestre rettangolari e il fronte principale è caratterizzato dal portale in legno intagliato e da un'edicola in pietra scolpita recante un'effige della Madonna con Bambino.
Al suo interno, tra le stanze disposte ai vari piani che ospitano opere del XVII e XVIII secolo, spiccano la Sala del trono e la Sala degli "Arazzi" caratterizzata da pavimenti in cotto e soffitti voltati. Le scene rappresentate nella sala sottolineano le persecuzioni e gli abusi di potere che la Chiesa ha dovuto subire nel corso della sua storia per concludersi con un messaggio di gioia trasmesso dall’incontro fra Eliezer e Rebecca presso la fonte. I diversi dipinti raffigurano Rebecca al pozzo, simbolo della Chiesa dispensatrice di vita nel deserto umano; Salomè con la testa del Battista, personificazione della tracotanza; Saul e Davide, la pazzia degli uomini ottenebrati dal potere e la Fuga in Egitto, simbolo delle persecuzioni subite dalla Chiesa.