Se c’è un luogo che più di altri sa esprimere l’identità eclettica di Fano e la sua capacità di fondere armoniosamente le tante testimonianze del suo passato, questo è Piazza XX Settembre. Cuore pulsante della città, fulcro della vita cittadina oggi come nell’antichità, in questa piazza convivono, dialogando tra loro, epoche e architetture talmente lontane e diverse, da farne il simbolo della Storia stessa della città.
Una storia che da 2000 anni ha sempre al centro la Fortuna!
Piazza XX Settembre a Fano è un crocevia unico di testimonianze delle tante epoche che hanno segnato la storia di questa città. Ubicata al centro di Fano, vitale fulcro della vita sociale e culturale della città, la piazza è la summa perfetta della storia di Fano, quella visibile e quella invisibile.
Chiamata Piazza Maggiore a partire dal medioevo e solo alla fine dell’Ottocento denominata Piazza XX Settembre, la piazza si apre ai piedi del trecentesco Palazzo del Podestà o della Ragione, ora sede del Teatro della Fortuna. A fianco del teatro domina la Torre Civica ricostruita in sostituzione del campanile settecentesco abbattuto dalle truppe tedesche in ritirata nel 1944, e Palazzo Bambini, Sulla facciata del Palazzo Bambini, una meridiana, oggi scomparsa, svolgeva la funzione di calendario solare e mostrava il Mezzogiorno Medio dell'Europa Centrale e il Mezzogiorno Vero di Fano. Attraverso il monumentale Arco Borgia-Cybo della fine del ‘400, dal Palazzo del Podestà, si accede alla Corte Malatestiana. Unico edificio religioso nella piazza e uno dei più antichi di tutto il centro storico, la chiesa di San Silvestro, conosciuta anche come Madonna di Piazza per via del seicentesco dipinto della Madonna di Piazza attribuito a Giovanni Baglioni. Sotto il selciato, caratterizzato da una grande stella centrale del XVIII secolo, si apre la piazza invisibile: cospicui resti archeologici di età romana, custoditi nei sotterranei dell’Ufficio Informazioni del Comune e del Palazzo Malatestiano, nelle cantine di Palazzo Bambini, sotto la platea del Teatro della Fortuna, nelle fondamenta della Torre Civica, ci ricordano le origini e le fondamenta della città.
Ma è sul lato occidentale, quello che affaccia su Corso Matteotti, che si erge il simbolo di Piazza XX Settembre e dell’intera città: la Fontana della Fortuna dove campeggia, fiera e indomita, la statua bronzea della Dea della Fortuna.
La fontana, all’ampio bacino a marmi policromi, fu interamente rinnovata nel 1697-99 dal veneziano Ludovico Torresini. L'originaria struttura era costituita da un bacino ottagonale in marmo, privo di decorazioni scultoree. La fontana era alimentata dall'acquedotto romano tramite condotte in terracotta fino alla Fontana dello spiazzo del Molino, presso l'Arco d'Augusto, e successivamente tramite tubi di piombo e cotto fino alla piazza. La statua bronzea della Dea Fortuna venne realizzata nel 1593 ad opera dell'artista urbinate Donnino Ambrosi, ma a causa delle sue nudità eccessive, fu collocata in una nicchia del palazzo dei Priori e sostituita da un grande vaso in bronzo. La controversia su dove posizionare la statua durò più di un secolo, finché venne finalmente sistemata sulla fontana nel 1611. Attualmente, la statua bronzea è conservata presso il Museo Civico, mentre sulla fontana è stata collocata una copia.
La statua della Dea Fortuna ha una particolarità: se si osserva attentamente la figura, emerge una discrepanza tra il velo e i capelli della dea Fortuna: il velo fluttua in una direzione, mentre i capelli si muovono in quella opposta.